SANT'ELPIDIO A MARE
Cenni Storici
La città di Sant’Elpidio a mare è uno dei centri più ricchi di testimonianze storiche e culturali delle Marche, sorta dalle ceneri di CLUANA, antica città romana sulla foce del fiume Chienti (Cluentum).
Il nucleo centrale, perfettamente conservato e di grande armonia architettonica, risale alla seconda metà del XI secolo e sorge attorno a quello che venne chiamato “CASTELLO DI SANT’ELPIDIO”, nel territorio di una delle più antiche e potenti abbazie benedettine delle Marche: SANTA CROCE AL CHIENTI.
Quello che noi oggi possiamo ammirare dell’antico centro storico risale soprattutto al XV secolo, periodo del suo maggiore splendore.
Sempre in lotta con i castelli vicini, soprattutto con la potente città di Fermo che, per opera del suo tiranno Rinaldo da Monteverde alla guida di un esercito di mercenari, nel 1377 devastò la città distruggendola quasi totalmente.
Gli elpidiensi già dal 1380 iniziarono la ricostruzione e ben presto Sant’Elpidio tornò a riscoprire un ruolo di preminenza sul territorio circostante.
Nel 1828 Papa Leone XII innalzò il Castello di Sant’Elpidio al rango di CITTÀ.
Il vanto di Sant’Elpidio a Mare è la CONTESA DEL SECCHIO, la spettacolare rievocazione storica che si svolge ogni anno dal 1953 la seconda domenica d’agosto.
Nel Medioevo Sant’Elpidio a Mare possedeva un solo pozzo d’acqua al centro della Piazza (documenti ne attestano la presenza già nel 1406) ed intorno a tale pozzo le donne delle sue Contrade si disputavano la precedenza ingaggiando furiose… battaglie a suon di secchi. Fu così che, per mettere fine una volta tanto alle discordie fra comari, il Consiglio dei Priori, sempre più disturbato dal chiasso, decise di indire una gara tanto singolare per quanto avvincente. Ogni Contrada avrebbe dovuto far scendere in tenzone una sua squadra, con palla di cuoio colorata con simboli rionali. Il Secchio, in rame cesellato, è stato realizzato da Umberto Rutili nel 1953; con il passare degli anni è divenuto un trofeo molto prezioso: la contrada vincitrice ogni anno vi affigge una targhetta in oro e pietre preziose.
Dal 1992, ogni anno l’ultimo weekend di luglio, a prologo della Contesa del Secchio, si svolge Città Medioevo.
Grazie alla ricerca storica Sant’Elpidio come per incanto all’imbrunire, torna indietro nel tempo rievocando i fasti, gli usi ed i costumi che caratterizzarono la sua vita sociale nel Medioevo. Uno spettacolo unico nel suo genere nel cuore della Città che ha conservato intatto tutto il suo splendore architettonico.
Testo di Paolo Malaigia
Camminando per gli stretti vicoli del centro cittadino o lungo le antiche mura castellane che si può respirare il fascino di una storia gloriosa.
Si passa di fronte al TEATRO LUIGI CICCONI, realizzato nel 1870 dall’architetto IRENEO ALEANDRI, che mantiene soltanto la bella facciata neoclassica.
A poca distanza si trova la CHIESA DI SAN FILIPPO NERI (XVIII secolo).
L’austera facciata è un laterizio a due ordini sovrapposti; l’interno, finemente decorato con stucchi policromi, presenta uno schema longitudinale a navata unica con centinatura nella zona presbiteriale. Il soffitto a volta, impreziosito dai dipinti a tempera della volta attribuiti a Giovan Battista Ripani (XIX secolo), è sostenuto da quattro pilastri mentre le colonne corinzie fungono da ornamento lungo le pareti. Possiamo ammirare l’”Estasi di San Filippo” di Nicola Monti (1736 – 1795), quattro tele del pittore Carlo Gavardini (XIX secolo), che raffigurano la “Fuga in Egitto”, la “Presentazione al Tempio”, “L’Annunciazione” e “La Visitazione”. Opera del Monti è anche la “Crocifissione con la Madonna, San Giovanni e la Maddalena”.
Accanto alla Chiesa vi è l’ORATORIO DEI FILIPPINI (XVIII sec.) su disegno dell’architetto italo-francese Valadier e la Sagrestia che ospita un altare ligneo con intarsi in radica e un dipinto con la “Madonna e Cristo fanciullo”.
Nell’antico convento dei Filippini ha sede la PINACOTECA CIVICA VITTORE CRIVELLI.
A destra, si trova la sede della MAGNIFICA CONTRADA SANTA MARIA il cui stemma riporta un giglio bianco in campo azzurro.
Proseguendo per Corso Baccio, sulla sinistra, si incontra la CHIESA DI SANT’AGOSTINO NUOVO, eretta nel XIV sec. in onore di Sant’Antonio e riconsacrata a Sant’Agostino dopo la distruzione del convento agostiniano nel 1377. Restaurata nel 1760 e chiusa al culto all’inizio del XX sec., presenta sulla facciata un portale rinascimentale del 1505 con splendide candelabre.
Le cantine dell’antico convento ospitano attualmente la sede della CONTRADA SAN MARTINO caratterizzata da uno stemma raffigurante un cavallo bianco in campo verde.
Alla fine del corso si apre PIAZZA MATTEOTTI, l’antico Colle delle Pieve dove si trovano la BASILICA LATERANENSE DI MARIA SANTISSIMA DELLA MISERICORDIA, l’imponente TORRE GEROSOLIMITANA o dei Cavalieri di Malta, il PALAZZO COMUNALE e la PERINSIGNE COLLEGIATA.
Iniziato alla fine del XIV secolo, il MUNICIPIO di S. Elpidio a Mare ha sinora basato la sua fama sull’attribuzione fattane all’architetto bolognese Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi alla metà del XVI secolo. In realtà l’attuale facciata è il frutto di un ridisegno complessivo attuato da Ireneo Aleandri inglobando la doppia loggia tibaldesca – rimasta incompleta – in un severo ma elegante impaginato purista.
La BASILICA LATERANENSE DI MARIA SANTISSIMA DELLA MISERICORDIA, di forme tardo cinquecentesche, presenta un’armoniosa facciata in laterizio con portale di stile orientaleggiante sormontato da rosone e da una finestra architraviata. Nella parte superiore si trovano due meridiane: quella di sinistra ad ore italiche e quella di destra ad ore astronomiche.
Troviamo tre tele del Boscoli (1603), “Storie della vergine”, attribuite a Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (XVII sec.), una tela dell’anconetano Andrea Lilli (1602) che illustra “Il martirio di Santa Marta”.
Nel corso del XVIII sec. la Chiesa è stata ulteriormente arricchita con l’aggiunta di due splendide Cantorie lignee nelle quali sono collocati, a destra, il prezioso organo del grande maestro veneto Pietro Nacchini del 1757 e, a sinistra, quello dell’allievo e continuatore della scuola organaria veneta Gaetano Callido del 1782.
Proseguendo nel cammino si trova la PERINSIGNE COLLEGIATA (XIII sec.), la maggiore Chiesa della città, dedicata al Santo Patrono della Città e ai suoi due discepoli Sant’Ennesio e Sant’Eustasio, i cui resti sono custoditi nell’altare maggiore.
La facciata orientata sulla piazza è la parte più antica della struttura e presenta resti gotici con cinque finestre di costruzione trecentesca ornate di terrecotte. L’interno a tre navate racchiude autentici capolavori: il pregevole SARCOFAGO ROMANO, realizzato in marmo greco (IV sec. d.C.), raffigurante una scena di caccia al leone; la tela di Nicola Monti “Assunta e Santi patroni” sull’altare maggiore; una splendida mostra d’altare di stile barocco, il maggiore esistente nelle Marche, realizzato nel 1702 dagli Scoccianti, dedicata alla Madonna di Loreto; una tela di Jacopo Palma il Giovane, sul transetto sinistro, raffigurante la “Crocifissione e i Santi Antonio ed Elpidio”.
A fianco di quest’ultima si trovano due custodie in marmo, ornate di delicatissimi bassorilievi del 1523: a destra vi è la “Madonna del Carmine”, opera eseguita dal Pomarancio (XVII sec.), sulla navata di sinistra si impongono un mirabile Crocifisso ligneo di scuola fiorentina del XVI sec. e una fonte battesimale di forme rinascimentali.
La Collegiata, elevata a Perinsigne, da Pio IX nel 1857, custodisce inoltre il prezioso organo ricostruito nel 1765 dal maestro veneto Callido, già attivo nella Basilica Lateranense della Misericordia.
Di fronte al portale della Perinsigne si innalza la TORRE GEROSOLIMITANA o DEI CAVALIERI DI MALTA (XIV sec.), alta 28 metri con 8,20 metri per lato, eretta nel punto più alto della città.
La pianta quadrata a croce greca è determinata esternamente dalle spesse mura perimetrali costituite da una meticolosa tessitura laterizia uniforme per l’intera superficie, con tutta l’altezza dei quattro spigoli.
La facciata est è caratterizzata dalla grande Croce di Malta, da due monofore preromaniche incorniciate in calcare: quella inferiore con arco trilobato, la superiore con la stilizzazione di elementi fitomorfi.
all’altezza dell’orologio, prende forma un misterioso animale dal disegno sinuoso ed avvolgente.
Il prospetto sud verso la Collegiata accoglie un bassorilievo incentrato sulla figura del SACRO GRAAL, sormontato da un albero, assediato a destra e a sinistra da due animali feroci..
In epoca più recente è stata inserita sopra il portone d’ingresso una LUNETTA di chiara origine preromanica simboleggiante il “CHRISTUS TRIUMPHANS”, quindi, la vittoria del bene sul male, proveniente dall’Abbazia Imperiale di Santa Croce al Chienti.
Passeggiando per le mura, da VIA GHERARDINI attraverso un dedalo di viuzze si arriva ad uno spiazzo dal quale si può godere di un panorama di straordinaria bellezza che spazia dal Mare Adriatico ai Monti Sibillini, attraverso colli e valli (quelle del Tenna, del Chienti e dell’Ete) floride e popolose.
Al termine si giunge, ad ovest, a PORTA CANARIA O CANALE, unica porta rimasta intatta e restaurata, imponente struttura difensiva risalente al XIV sec. Mentre uscendo ad est, ossia per Via Errighi, si attraversa Porta Marina da cui è possibile raggiungere altri importanti siti monumentali ed artistici.
Mentre uscendo ad est, ossia per VIA ERRIGHI, si attraversa PORTA MARINA da cui è possibile raggiungere altri importanti siti monumentali ed artistici.